Riflessione di: Sara Leonangeli

 

Spesso pensiamo a questo comandamento come il solo divieto di bestemmiare il nome di Dio, in verità vi è nascosto un significato molto più profondo.

 

È possibile, infatti, relazionarsi a Lui in modo tale da non avere un autentico contatto con Dio ma con una nostra proiezione, con qualcosa che ci siamo inventati noi. Vi faccio un esempio: c’è una donna, frequenta la chiesa ogni giorno, rispetta apparentemente tutti i comandamenti e si riconosce come cristiana. Nella sua macchina ha perfino Santa Rita che la protegge, ma accanto al santino… c’è anche un cornetto rosso contro la sfortuna! Ognuno di noi strada facendo lascia più o meno consciamente che si radichino in sé delle mezze verità, degli atteggiamenti ambigui, delle ipocrisie quando non delle complete menzogne, e queste sono una barriera ad un rapporto autentico con il Signore e con il prossimo.

 

“Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo spirito.” (Ef 2,18)

 

Pronunciare invano il nome di Dio, vuole dire prendersi il Suo nome su di noi, presentarci come suoi figli ma non relazionarci a lui in spirito e verità, che vuol dire avere un rapporto con Dio basato solo su apparenze e interessi, credere in Lui solo quando attraversiamo un momento difficile, e non siamo pronti ad affrontarlo da soli, ma abbiamo bisogno di “qualcuno di più potente”. Ad esempio prima di un’interrogazione, o un compito in classe: siamo tutti spinti a chiedere al Signore un aiuto, ma poniamoci questo quesito: Dio dovrebbe aiutarci nel prendere un voto alto nonostante la nostra scarsa preparazione? Dio non ci aiuta a fare bella figura facendoci passare con un voto positivo, Lui ci aiuta quando abbiamo un padre malato, o un’amica all’ospedale. Ci aiuta quando solo lui può farlo, quando solo un miracolo può salvare una persona. Io l’ho visto. L’ho visto salvare una ragazza di 14 anni quando le sue possibilità erano poche. Dio ci chiama quando meno crediamo in Lui per ricordarci che c’è, e non serve andare in chiesa ogni giorno, e riempirsi di coroncine per avere la salvezza. Serve credere, parlare con Lui, ma farlo in silenzio: Lui sa ascoltare il nostro cuore meglio di chiunque altro!

 

 

 

 

 

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