Riflessione di: Lorenzo Giuliani

 

Da quest'anno, molti di noi hanno iniziato una nuova fase della loro vita scegliendo di iscriversi all'università. Questa esperienza è tutta una novità, perché vivere lontano da casa, seppure il più delle volte cinque giorni alla settimana, comporta dover provvedere a noi stessi in tutto e per tutto, dover organizzare bene il nostro tempo, dover scegliere cosa conservare della nostra vita di adolescenti.

 

Cambia la vita e cambiano le priorità, e può anche accadere che la fede, l'essere cristiani, l'appartenere ad una fraternità assumano un ruolo meno importante nella nuova routine quotidiana. E così viene a mancare la preghiera di tutti i giorni, o la presenza all'incontro di fraternità settimanale, o peggio ancora la Messa domenicale, magari mancata per recuperare il sonno perso durante la settimana universitaria o il tempo non passato con gli amici che l'università non la frequentano. Eppure, in una nuova fase della vita, è sempre importante avere una guida, che ci indirizzi a compiere le scelte migliori per noi o che solo ci consigli nel prenderle; e per quale motivo questa guida non potrebbe essere rappresentata proprio dalla fede? Chi più del Signore vuole per noi il meglio?

 

È senz'altro difficile tentare di rimanere cristiani in questa nuova vita universitaria, ma probabilmente il modo migliore per farlo è davvero vivere il rapporto con Dio come quello che si avrebbe con una persona che può guidarci, aiutarci nella vita di tutti i giorni, indirizzarci verso le scelte migliori. Certo, conciliare tutto nella vita è sempre difficile, ma sicuramente vivere la fede così rende sicuramente più semplice continuare ad essere cristiani anche durante il periodo universitario.