Ecco giunge a noi ancora una volta la possibilità di vivere il Natale, la possibilità di celebrare "la Misericordia dell'Incarnazione" cioè la misericordia di Dio che si fa uno di noi, che si fa pellegrino con ogni uomo che è viandante in questo mondo.
Gesù ci mostra il vero volto di Dio che è insieme “Padre” e “Madre” e ci accompagna con tenerezza e pazienza nei momenti lieti così come anche in quelli più angusti.
Lui ha voluto condividere la nostra condizione umana, ha voluto sentire cosa sentiamo quando abbiamo sete, fame, sonno.
Ha voluto provare ciò che noi proviamo quando ci sentiamo stanchi, non compresi, traditi.
Ha voluto vedere come noi vediamo.
Ha voluto gioire come noi gioiamo dell'amicizia, del bene e dell'amore.
Ha voluto sperimentare il nostro dolore e la nostra sofferenza perché non potessimo più dire: Dio non può capire!
Perché tutta questa accondiscendenza di Dio?
Perché Dio è misericordia e pazienza e desidera ardentemente compiere in noi una trasformazione. Vuole che noi diveniamo come Lui, vuole che in noi ci siano occhi nuovi, un sentire nuovo: il suo! Sì, il Signore desidera darci i suoi occhi per guardare e il suo cuore per amare.
Solo questo può renderci felici e pieni! Auguriamoci un Natale così, un Natale di fede, dove non si lascia l'ultima parola alla violenza, alla indifferenza e alla disperazione ma: al bene, al bello e al buono che c'è nel mondo di Dio e che non può essere soffocato!
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